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Serena Vittorini

Dans Mon Souvenir, C’ètait Blanc


«“Dans Mon Souvenir C’ètait Blanc” è un progetto commissionato dalla Centro Culturale Mechelen alla fotografa Serena Vittorini e sviluppato in collaborazione con il “Bois du Cazier”, un sito di patrimonio culturale industriale. Il progetto è una narrazione multimediale che esplora le storie e la memoria dell’industrializzazione tra il Belgio e l’Italia.
L’installazione risultante comprende una serie di fotografie, materiale d’archivio e un pezzo sonoro che delinea la storia di un personaggio immaginario, un minatore, figlio di italiani, emigrati in Belgio dopo la seconda guerra mondiale. I ricordi collettivi dei migranti italiani e i flashback intimi dell’infanzia di Vittorini sono fusi in una sceneggiatura della scrittrice alessia Capasse, sviluppata e registrata dal sound artist Federico Fontana. La serie di immagini mostrano oggetti, spazi e territori – sospesi tra presente e passato – a cui la voce narrante sente un attaccamento emotivo. “Dans Mon Souvenir C’ètait Blanc” riflette sulla combinazione di fatti, finzione e sentimenti che formano ricordi collettivi e individuali. Attraverso diverse voci, lingue e media, il progetto affronta questioni di mobilità e sfollamento, lavoro e sfruttamento, speranza e nostalgia, nel presente e nel passato. Esplora e mette in discussione l’autobiografia e la storiografia come strumenti per la rappresentazione di realtà complesse costituite da prospettive individuali e condizionamento collettivo, preoccupazioni umane e narrazioni sociopolitiche, memoria e storia.»

Serena Vittorini (nata nel 1990) è un artista visiva e vive a Bruxelles. Dopo essersi laureata in Psicologia ha deciso di dedicarsi interamente allo studio della Fotografia e della Comunicazione, presso gli istituti ISFCI e IED. All’inizio del suo percorso di ricerca, si è interessata all’analisi dei processi di modifica dei luoghi e la relazione tra la presenza umana e la rappresentazione degli spazi urbani. Recentemente sta lavorando in progetti che trattano la relazione tra l’identità e la memoria, integrando nella sua ricerca, fotografie di sua produzione ad immagini di archivio, installazione e prodotti audio.


Anno2020

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