Rimarrà a PR2 fino al prossimo 5 febbraio, la mostra d’arte contemporanea “L’ultimo giorno dei papaveri” dell’artista parigino Adrien Billard, curata dall’Associazione Tribù Baap.
Uno sguardo sulla produzione recente di Adrien Billard, nonché primo soggiorno a Ravenna dell’artista, che per l’occasione esporrà le sue opere inedite.
Interessante e da indagare a partire dal titolo, abbiamo chiesto un approfondimento a riguardo.
La scelta del titolo della mostra “L’ultimo giorno dei papaveri” si lega all’esperienza dell’artista durante il periodo vissuto a Lecce quando si trovava come ospite in una residenza artistica.
Per raggiungere il suo atelier doveva percorrere una via di campagna splendidamente ricca di papaveri.
A causa della siccità causata dal cambiamento climatico la regione che allora doveva essere bagnata dalla pioggia era sempre più arida.
Vedere i papaveri deperire pian piano fu motivo di inquietudine per l’artista che tutt’oggi designa questo fiore come simbolo della fragilità del mondo naturale e allo stesso tempo una dichiarazione d’amore per la vita e la natura ed un invito a goderne e a proteggerla.
Tribù Baap con questa mostra vuole stimolare il pensiero critico del visitatore invitandolo a riflettere sulle pratiche del contemporaneo dal quale la lentezza è sottratta.
L’utilizzo di un medium altro, pittorico ma non tradizionale, che intrecci la narrazione odeporica ad un approccio antropologico, crea un’interessante visione evocativa che lascia nello spettatore un senso di saudade portandolo alla ricerca del sé e magari invogliandolo ad intraprendere un nuovo viaggio.
“Questi acquerelli portano allora un momento di silenzio, di pace, di contemplazione, e in questa assenza di intenzione- assenza di colonizzazione nel sapere per un resoconto, come l’innocente e legittimo diario di viaggio-, lasciare emergere il rappresentato nella propria traccia transitoria ed enigmatica in questo susseguirsi di albe e tramonti sotto la volta stellata”.
BIO
Adrien Billard nasce a Parigi e studia a Bruxelles come illustratore, la sua vita ha una svolta all’età di 23 anni quando inizia a viaggiare, prima per l’Europa e poi verso mete più calde.
Per lui il viaggio non è inteso come mera meta turistica, come esperienza estetica o di piacere.
Ma, piuttosto, diviene medium per conoscere il nuovo, tutte le sfaccettature che le culture recano con sé.
Questo, al pari di uno scafandro, gli permette di immergersi all’interno dei luoghi, di abitarli al pari degli autoctoni per infine diventarne parte attiva ed integrante.
È durante queste esplorazioni che si avvicina alla tecnica dell’acquerello sempre più protesa verso l’astrattismo.
Un po’ come un diario di viaggio che abbandona la forma scritta e figurativa per regalarci sensazioni ed emozioni che l’artista ha provato.
Quasi come una ricerca antropologica, ciò che viene trasmesso non riguarda un posto specifico, bensì rappresenta ciò che la meta, il popolo e la cultura hanno lasciato impresso sul suo animo.
Il lavoro dell’artista cambia nel momento in cui si stabilizza e apre un atelier, come succede in Galizia e a Porto, dove crea dei grandi formati che si differenziano dagli acquerelli da viaggio.
RICORDIAMO
ORARI DI APERTURA
Dal martedì alla domenica
dalle 10:00 alle 13:00
e dalle 16:00 alle 19:00
INGRESSO LIBERO