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Chiara Cordeschi

Be a Woman


«Il progetto nasce dall’esigenza dell’autrice di voler scandire l’evoluzione femminile identificandola nelle sue fasi principali. Il lavoro, la cui base rimane sempre l’autoritratto, ha prodotto la necessità di proiettarsi e identificarsi nelle donne a lei più vicine. Proprio attraverso questo meccanismo di proiezione i ritratti realizzati alle donne che l’hanno cresciuta diventano, in un certo senso, degli autoritratti di sé. All’interno del progetto sono condensate storie e avvenimenti personali che desiderano riflettersi all’esterno per coinvolgere lo spettatore dentro delle storie intime che tutti, prima o poi, accarezziamo e incontriamo grazie alle donne di cui siamo circondati. Il ruolo del tempo risulta cruciale in questo racconto poiché l’autrice, che si sta affacciando ora alla vita adulta, avverte l’esigenza di mettere a fuoco sia il suo passato, sia il suo possibile futuro. Queste fotografie sono le risposte a domande quali: chi sono? da dove vengo? chi potrei diventare? In che modo decadrà il mio corpo? che cosa significa, per me, essere una donna oggi, e cosa potrà significare esserlo un domani? Ogni fotografia considera un tema portante su cui è costruita; ogni oggetto rappresentato è scelto, decontestualizzato e/o assemblato dall’artista, a volte è materiale d’archivio, altre volte assume l’aspetto di una “performance per la fotografia”. L’eterogeneità del processo creativo viene condensata all’interno della fotografia, la quale, per sua naturale vocazione, è capace di riassumere un “qui e ora” valido per l’eternità e per la sua aderenza al “reale” è capace di unificare in sé discipline differenti fra loro unificandole in un unico linguaggio che si avvale di tutto il possibile. Be a Woman rappresenta una presa di coscienza nei confronti del corpo e della mutevolezza della vita.»

La ricerca di Chiara Cordeschi (Sassari, 1996) si sviluppa principalmente sulla pratica dell’autoritratto fotografico. Dal lavoro emerge una ricerca del sé e dei valori umani che si configurano per lei come un’arte-terapia utile a sublimare il suo vissuto. Nell’immagine l’autrice mira a una comunicazione immediata, senza barriere sociali o linguistiche. Le sue fotografie si uniscono a parole, segni, collage, sculture, assemblaggio e reperimento di materiale d’archivio. Costruisce immagini nude, concettuali, talvolta performative. Corpo e memoria sono gli elementi cardine della sua ricerca. Attualmente vive a Milano dove studia al Biennio di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha esposto in diverse mostre collettive fra cui “Da Man Ray a Vanessa Beecroft” al Museo di Santa Giulia di Brescia in occasione di Brescia Fotofestival 2019, “Sguardi altri sulla ricerca e la cura dei tumori” al Grattacielo Pirelli di Milano (2019) e ha vinto il secondo premio del concorso “Futuro” al Festival Riaperture di Ferrara (2019).


Anno2020

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