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Luca Arboccò

Le nuvole


Non mi sento un fotografo. Non lo sono mai stato, sebbene mi serva della fotografia per ogni mia opera. Vorrei che “Le nuvole”, il progetto da me proposto per il concorso, suonasse non solo come un chiaro enunciato, ma anche come una forma preventiva di scuse, una captatio benevolentiae dettata dall’imbarazzo di chi si sa fuori luogo: un pittore che parla di fotografia.
Ecco, “Le nuvole” racconterebbe la condizione privilegiata della fotografia, vista dalla posizione ambigua di chi ne ha sempre fatto uso, senza mai aver fatto foto.
La fotografia, in questa mostra, sarebbe il medium (letteralmente ciò che sta a metà) dell’arte. Ciò che ne copre gli interstizi, ciò che ne rivela le contraddizioni, che ne decreta l’obsolescenza e, allo stesso tempo, ciò che – attraverso l’introduzione di pratiche e sguardi – la conduce a “vita nuova”.
“Le nuvole” è il nome della prima traccia dell’omonimo album di Fabrizio De André, un album profondamente di mezzo (chi lo conosce sa di cosa sto parlando), oltre che una commedia di Aristofane, in cui valori vecchi e nuovi si scontrano con brutale ironia.
Le nuvole sono anche il soggetto delle immagini che vorrei applicare (stampa per affissione su carta blue black) sulle volte dello splendido soffitto di PR2. Le immagini, sviluppate attraverso il laborioso processo utilizzato per la serie “Incendio”, troverebbero forma in un ambizioso progetto site-specific, sospeso tra pittura e fotografia, analogico e digitale, paesaggio naturale e artificiale.

Col suo lavoro, Luca Arboccò (Chiavari, 1992) propone uno studio sulla pittura, condotto attraverso la lente delle tecnologie digitali. Oscillando trapratica pittorica epost-produzione, tra documentazione dell’opera finita e il suo riusocome parte delprocessoper nuove opere, tra materiali industriali e tradizionali dell’arte, tra due e tre dimensioni, tra stupore e disillusione, Arboccòapre interrogativisul ruolo della pittura nel flusso contemporaneo di immagini.Il ripensamento dei codici linguistici dell’arte, e cioè delle tecniche, dei procedimenti, dei motivi e degli stili, è teso a mettere in discussione temi quali l’impossibilità della rappresentazione, il dialogo tra opera e spazio espositivo, la ripetizionedelle immagini, la scomposizionedi quest’ultime e infine la loro sparizione.Il suo lavoro è stato presentato in gallerie, spazi indipendenti e istituzioni, tra cui: GAM Galleria d’Arte Moderna (Torino, 2020); Mazzoleni (Torino, 2020); Sala Dogana – Palazzo Ducale (Genova, 2020, 2018, 2015); Bluecoat Arts Centre (Liverpool, 2019); Saint George’s Hall (Liverpool, 2019); Spaziobuonasera (Torino, 2019); Galeria Labirynt (Lublino, 2018); Associazione Barriera (Torino, 2016). Nel 2020 ha vinto la tappa torinese di JaguArt, The Italian talent road show, premio indetto da Artissima e Jaguar Land-Rover. Nel 2019 ha ricevuto la Borsa diStudio Willy Beck. Nel 2017 ha vinto il FRASE Got Talent Prize.


Anno2021

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