Tutto ciò che accade sulla Terra è in qualche modo collegato. Siamo tutti colpiti dal crescente divario tra ricchi e poveri, dalla crescita demografica, dalla meccanizzazione dell’agricoltura, dalla distruzione dell’ambiente, dal fanatismo sfruttato a fini politici. Le persone strappate dalle loro case sono solo le vittime più visibili di un processo globale.
– Lélia Wanick Salgado
Questa la citazione che fa da fil rouge alla XVII edizione del Festival delle Culture, ospitato a Ravenna dal 4 marzo al 20 luglio 2024.
Il Festival delle Culture è una rassegna multidisciplinare organizzata ogni anno dall’U.O. Politiche per l’Immigrazione e la Cittadinanza del Comune di Ravenna, con l’obiettivo di affrontare temi fondamentali per la società interculturale di oggi.
Mediante molteplici forme d’arte, dalla musica al teatro, dal film alla fotografia, e tramite la promozione di diversi laboratori e incontri con autori, il Festival è volto a sensibilizzare la cittadinanza e, in generale, il suo pubblico su temi inerenti i diritti umani, la coesione sociale, le guerre e la geopolitica, la sicurezza sul lavoro, la questione di genere, i cambiamenti climatici e vuole, quindi, favorire il dialogo interculturale e la solidarietà internazionale.
In particolare, il Festival delle Culture 2024 analizza il rapporto tra i cambiamenti globali e la tutela dei diritti umani.
Come evidenziato dalle parole di Lélia Salgado, tutta l’umanità è soggetta a cambiamenti, siano essi di natura sociale, politica, economica o climatica. Conseguenza di questi cambiamenti sono i fenomeni migratori, oggigiorno in costante aumento, che portano, a loro volta, ad altre trasformazioni non solo negli autori del viaggio, ma anche nelle società di arrivo.
Diventa quindi sempre più necessario sottolineare l’importanza dell’inclusione e impegnarsi ad abbattere qualsiasi tipo di barriera, perché in fondo non si tratta di distinzioni di lingua, religione, colore o cultura, ma di esseri umani e, in quanto tali, tutti uguali e aventi pari diritti.
Come dichiarato da Federica Moschini, Assessora all’Immigrazione del Comune di Ravenna, il percorso da seguire per la XVII edizione del Festival delle Culture era già definito nella primavera del 2023: Ravenna era stata scelta da pochi mesi come porto sicuro di sbarco dal Governo, le organizzazioni di soccorso nel Mediterraneo e i naufraghi salvati erano stati costretti a prolungare per diversi giorni la loro navigazione prima di attraccare. In quel medesimo contesto, il territorio locale si è trovato a vivere una terribile alluvione e ci si è resi conto che «eventi terribili non accadono solo “altrove”, anzi l’altrove è qui e lo viviamo in modo diretto e tragico».
Tramite questo Festival si vuole invitare il pubblico a tutelare i diritti umani per tutelare noi stessi, l’umanità.
Tra le varie iniziative promosse nell’ambito del Festival delle Culture 2024, due mostre fotografiche hanno assunto un ruolo di particolare rilievo.
Dal 22 marzo al 2 giugno 2024 il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna ha ospitato Exodus. Umanità in cammino.
Questa mostra, curata da Lélia Wanick Salgado e inaugurata il 21 marzo 2024, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, vedeva esposti 180 scatti del fotoreporter brasiliano Sebastião Salgado, che testimoniano le condizioni incerte di profughi e migranti in quattro continenti da lui percorsi personalmente.
Le fotografie erano disposte secondo quattro diverse sezioni – Migranti e profughi: L’istinto di sopravvivenza, La tragedia africana: un continente alla deriva, L’America Latina: esodo rurale, disordine urbano, Asia: il nuovo volto urbano del mondo – concludendo con una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi delle decine di milioni di bambini costretti a trascorrere la loro infanzia tra baraccopoli, campi profughi e insediamenti rurali in America Latina, Africa, Asia ed Europa.
L’ultima iniziativa del Festival delle Culture vede, invece, protagonista la mostra Along the border, visitabile presso il PR2 dal 20 giugno al 20 luglio 2024 e inaugurata in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
Sono qui esposti 33 scatti della fotografa documentarista Chiara Fabbro, che, in seguito ai suoi viaggi presso i confini orientali dell’Unione europea, vuole rendere testimonianza delle storie di migranti e profughi che si trovano ad affrontare quello che è ritenuto essere il principale e più pericoloso percorso per raggiungere l’Europa, la rotta balcanica.
La mostra è costituita da una parte introduttiva, dove viene prestata particolare attenzione alla tematica del fuoco, necessario per scaldarsi, cucinare, lavarsi, elemento di sopravvivenza; quindi, vi è una parte generale, dove le fotografie testimoniano la condizione dei migranti, siano essi adulti, bambini, o famiglie. Vi sono, poi, due sezioni particolari, una dedicata a Respingimenti e salute mentale, l’altra alla Convivenza con la comunità locale, quest’ultima non solo in zone della Serbia o Bosnia-Erzegovina, ma anche in Italia e, in particolare, a Trieste.
Chiara Fabbro racconta le storie di diverse persone analizzandone molteplici sfaccettature: dalle difficoltà del viaggio, ai respingimenti, alle umiliazioni subite da parte della polizia di frontiera; dalle condizioni di vita in cui uomini e donne, adulti e bambini sono costretti a vivere, alle relazioni con la popolazione locale.
Le sue fotografie vanno oltre quello che ci dicono i dati e i numeri che è possibile leggere quotidianamente sui giornali: parlano di sentimenti e di emozioni, di sofferenze e di sacrifici, di sogni e di speranze.
Il Festival delle Culture, in conclusione, è una rassegna molto importante per la città di Ravenna, che in questa occasione più che mai cerca non solo di sensibilizzare coloro che prendono parte alle diverse iniziative su tematiche molto attuali e che ancora necessitano di essere trattate e comprese, ma anche di creare un importante momento di scambio interculturale e di crescita personale, perché come dice Marcel Proust nella sua À la recherche du temps perdu «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nel possedere nuovi occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è».
Scopri la mostra “Along The Border” sul nostro blog: leggi QUI l’articolo con tutti i dettagli!
ORARI DI APERTURA
La mostra é aperta tutti i giorni
dal lunedì alla domenica
dalle ore 10:00 alle ore 13:00
e dalle ore 15:00 alle ore 19:00
INGRESSO LIBERO
Per approfondire il lavoro di Chiara Fabbro