Vittorio Vidali
Vittorio Vidali (1900-1983) è stato consegnato alla storia anche con i nomi di Vittorio Vidale, Enea Sormenti, Jacobo Hurwitz Zender, Carlos Contreras, “Comandante Carlos“, molteplici identità sotto cui si cela durante le missioni svolte nel corso dell’intensa attività politica svolta per il Comintern.
Nasce da una famiglia operaia a Muggia (Trieste) e nel 1921 diventa membro della Federazione giovanile comunista e dell’Esecutivo del Partito comunista a Trieste. Abbandona l’Italia quando Benito Mussolini ascende al potere il 28 ottobre 1922, ma i suoi spostamenti da esule continueranno a essere tracciati dai fascisti per cercare di organizzarne la cattura e l’eliminazione.
Vittorio Vidali si trasferisce a Mosca nel 1923, dove si arruola nel NKWD. Negli stessi anni viene inviato in Messico, sotto copertura del Comintern: qui incontra Tina Modotti, con la quale intraprende una relazione sentimentale. La duratura storia tra i due porta Tina a partecipare sempre più attivamente alla lotta politica, fino al punto in cui per essa abbandonerà definitivamente la fotografia.
Nel 1936 i due si trasferiscono in Spagna per partecipare alla guerra civile spagnola. In questo periodo, secondo indiscrezioni, Vidali è coinvolto negli omicidi di alcuni militanti antistalinisti, e saranno queste vicissitudini a costringerlo a fuggire prima negli Stati Uniti, poi in Messico, dove venne arrestato e incarcerato con l’accusa di un suo coinvolgimento nell’uccisione di Trotsky. Dopo l’improvvisa morte di Tina i sospetti ricadono su di lui, ma la verità non sarà mai accertata.
Fa ritorno in Italia dopo la fine della guerra e nel 1958 diventa deputato del parlamento italiano per il Partito Comunista Italiano. Successivamente, sarà senatore fino al 1968.